Ritratti F
2013

LO SGUARDO CHE CURA. CURA DI SÉ E DEL MONDO
Conversazioni, laboratori e mostre per una cura del paesaggio.

Un’iniziativa dell’Associazione culturale Metodo Effe, con il sostegno di Regione Marche, Provincia di Ancona e Comune di Ancona, e con la collaborazione dell’Arcidiocesi Ancona – Osimo

Ritratti effe/2013

L’8 marzo, alla Chiesa del Gesù, si è aperta la mostra “Ritratti Effe”, il progetto ideato da Silvia Fiorentino e realizzato dall’artista insieme a Francesca Pieroni.
La mostra restituisce il vissuto femminile attraverso ritratti fotografici e video d’arte, che mescolano video-interviste, testi poetici e disegni: il punto d’arrivo di una esplorazione durata oltre un anno durante il quale sei donne molto diverse per storia, età e ceto sociale hanno raccontato il loro rapporto con il territorio.
Un’analisi condotta con un metodo nuovo, per cui il paesaggio non è sfondo, ma è la persona stessa, con le sue esperienze e le sue visioni: il paesaggio è il ritratto, e porta il segno di una specificità femminile.
Ogni vissuto è raccontato attraverso tre gruppi tematici: mente, corpo e terra.

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Storie effe | Progetto

Storie effe è un segmento del più ampio progetto Metodo effe, evento culturale ideato e curato dall’artista Silvia Fiorentino, e organizzato insieme ad altre donne e professioniste
Nell’ambito di questo lungo lavoro teso all’esplorazione di una via femminile nei processi creativi nella vita e nell’arte è nata l’esigenza di raccogliere delle testimonianze, delle vere e proprie Storie effe che nel racconto di sé siano capaci di definire, senza determinarlo, quello che l’artista Silvia Fiorentino, da anni, chiama Metodo effe.
Storie effe, come recita il tema scelto per l’edizione 2011 che individua nel paesaggio il centro dell’indagine, è quindi uno spazio dove si vogliono far incontrare i territori di alcune protagoniste, privati e intimi, per tracciare attraverso il mosaico di queste esperienze un paesaggio umano condiviso, che si trasforma da privato a pubblico e diventa esperienza collettiva declinata dalle differenze. Il tutto nel segno di una esclusiva condizione di partenza: essere donne.

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Storie effe | Protagoniste

Il progetto prevede la realizzazione di videointerviste e ritratti fotografici ambientati ad alcune personalità femminili che si sono distinte in uno dei molteplici settori di interesse o che hanno una storia di vita particolarmente significativa.

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Storie effe | Gruppi tematici

Le protagoniste elencate sono state dell’esplorazione Storie effe e in base al tema scelto per l’edizione 2011, sono stati individuati alcuni gruppi tematici

  • paesaggi del pensiero
  • paesaggi del corpo e dell’anima
  • terra come appartenenza identitaria

Per ogni sezione sono stati creati dei trittici di esperienze grazie all’accostamento di tre donne diverse.

Per ogni tematica è stato scelto un luogo.

La ricerca è stata realizzata con la produzione dei seguenti materiali:

  • videointervista (montati con testi, disegni e immagini di Silvia Fiorentino)
  • ritratto fotografico ambientato

La videointervista è stata realizzata in un luogo scelto dalla protagonista (casa, studio, luogo di lavoro, ecc.), mentre il ritratto in un ambiente scelto da noi e legato al gruppo tematico, perciò identico per le tre personalità del trittico.

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Quale significato scaturisce dall’aver ambientato i ritratti in quel particolare contenitore in cui sacro e profano (o diversamente sacrale) si toccavano?

Questo effetto è stato recepito dai visitatori e in quale modo?

Il concetto di crisi letto attraverso il paesaggio interiore e naturalistico l’una crisi come specchio dell’altra l’importanza data da tutte le relatrici al concetto di spazio come luogo delle e per le relazioni.

Possiamo disegnarci un paesaggio?

Possiamo appartenere ad un paesaggio?

Chi è l’attore del nostro paesaggio?

Possiamo ridare valore al genius loci?

Esiste un bel paesaggio e un brutto paesaggio?

Abbiamo diritto ad un a paesaggio di appartenenza?

Disegnare il paesaggio è una atto politico nel senso più ampio?

Esiste un progetto etico che possa ridisegnare metodi economici che si sono dimostrati diseconomici?

Siamo sicuri che i metodi economici ed estetici, finora usati siano quelli giusti?

Solo l’azione economica produttiva può disegnare un paesaggio?

Possiamo trovare un nuovo metodo di approccio tale da permetterci di progettare il nostro paesaggio, ma soprattutto che ci dia la maniera il linguaggio per viverlo?

Possiamo per trasformare guardare un attimo solo e ascoltare?

Siamo sicuri di riuscire a guardare?

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