Ex – voto
2013
ex voto /desiderando il desiderio
/preghiera/
Testo audio dell’installazione
Maledetto di una sola parola
Maledetto di una sola parola
Dove hai lasciato la mia, solo mia, complessità della vita
Il mio diritto al complesso
In una dialettica di morte lo hai rinchiuso
In un prepotente schema di lingua legato inutilmente, ferocemente, ad una sola parola che si ripete, perpetuandosi in potere
In un’idiota idea del bello
Maledetto di una sola parola
Perché mi hai levato il corpo, matrice di esperienza spirituale
Perché mi hai umiliato di un velluto di pelo di pelle, di un profumo – sorpresa così desiderata
Maledetto di una sola parola
Perché mi hai chiuso in un’idea?
Solo un’idea, perpetuata all’infinito
Dentro una gabbia chiamata meta
Dentro una gabbia chiamata famiglia, nel peso della ripetizione senza speranza
Senza il radioso
Quest’idea di storia inesorabile, di una colpa unica e in maiuscolo, sempre ripetuta
Perché mi hai nascosto il diritto alla solitudine, alla diversità
Perché mi hai trasformato in scarto, io luce di un fiore
Perché mi hai negato d’essere libera, all’interno del tuo scarto
Perché hai pronunciato la parola del terrifico, pur di non lasciarmi essere un tuo scarto
Maledetto di una sola parola
Perché mi hai rivelato le misure di tutto e una sola parola per raccontare
Io che voglio raccontare all’infinito di un amore mai stato, senza fine
Perché raccontando la libertà mi hai imbrogliato in un groviglio di significati
Maledetto di una sola parola
Perché non avverti il circolare
Il ritornare
Lo sbagliare
L’indefinito non liquido
Pronto a dettare regole false, a non farmi sentire la terra sotto i piedi, il peso del mio corpo, il mio ritmo di gambe che solo gambe sono
E concedermi un sorriso mio, sempre cercato
Maledetto di una sola parola
Artefice della crudeltà
Messa in un edificio perfetto, inaccessibile, idolatra del senso
Maledetto di una sola parola
Che ti vergogni della vita o che la sbatti in faccia, in risposta a un silenzio di vergogna
Che hai costruito una società sui significati dislettici
Scambiando sensi e significati laddove neanche Alice si spingerebbe
Che il diverso, unica immagine del mondo, hai reso scarto – perché non commerciabile
Che della malattia hai fatto potere e linguaggio
Maledetto di una sola parola
Che l’immaginario rendi inutile
Che il gesto all’immaginario deridi
Che significhi sempre l’uguale in omaggio a un sistema che ami più di me
Me, che le fragilità legate al filo di vita odio
Maledetto di una sola parola
Che fai strage di ciò che è incomprensibile a una sola parola
Che ti battezzi di nomi sempre nuovi per rinascere nella sterilità
Che la vita, comunque, ogni tanto un varco lo fa
senza di te
Maledetto di una sola parola
Di significati inutili sei pieno
Eppure odi l’inutile, in tutta la sua bellezza
L’errore che permette la vita
Che non è un’idea
Che inutilmente imponi una sola parola, contro il desiderio di vita
E rinneghi l’errore che si fa perla, invidioso della luce propria
Maledetto di una sola parola
Che mi confondi senza emozione, che mi tieni ferma dentro un dolore cupo, che risuona in se
stesso, e vuoi acquietarmi con un solo significato, a cui non mi darai mai accesso
Maledetto di una sola parola
io continuerò
a pregare all’infinito e a immaginare e a raccontare tutto quello che mi è permesso
Vicino dentro al mio oggetto amato
E ad essere uno scarto
Maledetto di una sola parola
Pregherò per sempre fino a che le mie parole creeranno un suono che ti turba
Maledetto di una sola parola
Pregherò per sorelle inesistenti
Per morti avvenute
Vite perse
Per il mio diritto alla solitudine
Per l’inno all’immaginario
Per un bello piccolo e narrativo, che gronda esperienza
E che ti terrorizza
Pregherò per bimbi col fiume negli occhi
Per gesti dall’emozione infinita
Maledetto di una sola parola
Troverò molte parole nell’arcaico a te proibite
E con il suono e segno scriverò un alfabeto che non capirai
E il tempo non sarà uno
Né a te somigliante
Ma colmo come l’alfa della vita
Maledetto di una sola parola
Avrò un senso che si rispecchierà in una terra inesistente
Il bello con cui ci fai soffrire non mi toccherà
E la rabbia non schiumerà invano
Sarà un alfabeto di troppo umano
Maledetto di una sola parola
Che giudichi sempre
Che sentenzi
Che giaculi nelle mie orecchie sempre la stessa storia di colpa e di tempo
Che giudichi l’ingiudicabile con parole sempre uguali
Nella loro contemporaneità, identica da millenni
Che hai chiuso tutti gli scrigni d’accesso al mio alfabeto LEVEREI
Maledetto di una sola parola
Che non vedi il peso della testa di quella mia amica, Che non vedi gli occhi stanchi dell’altra,
Che non leggi quelle rughe,
Che non vedi la ragione di un luccichio nell’occhio,
Che non capisci la sua storia dalla rotondità della sua testa,
Che non vedi come si muovono ossessive quelle mani
cercando invano nell’aria,
Che non comprendi il dolore di quella pancia,
Che non vedi gli alfabeti e i segni del corpo,
Che non vedi i segni di ognuno,
Perché una parola non le contiene e ti ostini, macchina di orrore, a perpetuarti in una sola parola
Maledetto di una sola parola
Io pregherò, sempre
In tutte le mattine diverse
E le sere conquistate
Io pregherò, dentro la mia solitudine
Irrinunciabile: DESIDERIO
Un’opera lentamente prende forma nel chiarore della luce, una serie di domande martellano
insistentemente la testa dell’artista: “È possibile dentro le decodificazioni, chiusure, gli status
mentali legati a una gerarchia dialettica e a illusioni economiche e di significato, significare il senso
dell’irrinunciabile dentro di noi? In arte, un territorio nel quale l’attenzione è puntata più sulla
creazione di sistemi che di oggetti e di significati, è possibile dialogare con l’irrinunciabile? C’è
un’area possibile di senso, libera? Una zona spirituale franca?”.Da questi raffinati stimoli intellettuali nasce “Ex voto / desiderando il desiderio / preghiera/”,
l’installazione site specific di Silvia Fiorentino che indaga in maniera pura e allo stesso tempo
accattivante tutte le declinazioni della parola irrinunciabile, partendo da un nucleo primario: il
desiderio e la sua forza.Se la locuzione latina “Ex voto”, tradotta letteralmente, significa “a seguito di un voto” e viene
utilizzata per indicare un oggetto dato in dono ad una divinità, l’artista fa suo questo concetto
riappropriandosi anche della parte più inconscia che racchiude le intime preghiere di ognuno di noi.
Trapelano parole sussurrate che delineano un desiderio, uno stato d’affezione dell’Io, un innocente
e sperato impulso volitivo diretto che si palesa nella serie di sculture.L’installazione site specific diviene uno spazio libero, come auspicato dall’artista stessa, legato ad
un’indagine interiore profonda e strettamente connessa ad un senso arcaico dell’essere, una
necessità mossa dalla ricerca stessa dell’irrinunciabile.La delicatezza del dialogo tra le sculture ex voto con la grande madre Madonna fa riaffiorare una
cifra stilistica essenziale delle opere di Silvia Fiorentino: il linguaggio e l’universo femminile.
L’artista riesce a far emergere una sensibilità di donna nella struttura dell’opera e nelle parole che
accompagnano, sviscerando una poetica femminile che diventa una visione della vita.
Restate in silenzio, raccogliete i vostri pensieri…Pregate.Federica Mariani
Co-curatore Arti Visive NotteNera 2013