C’era in un bosco
Ancona
Luci testi audio silvia fiorentino
Luci nella città Comune di Ancona
Il progetto parte dagli alberi di Mondrian per creare un percorso di estraniamento in un corso di grosso passaggio durante il periodo di Natale
usando solo tagli di luce e audio
testo
nel bosco
Era in un bosco,
camminava sola, ed era piccola piccolissima,
nel bosco l’accompagnavano, enormi e terrifiche, ombre di lei
ma gli alberi le erano vicini, erano la forza,
i suoi padri nel bosco,
e ognuno le parlava di strani sensi,
lei sapeva che in un bosco ci sono lunghi percorsi
dentro e poi fuori,
accompagnata, qualche volta, anche dal passato
infine scoprì il suo cammino.
Avevano quegli alberi un’energia intensa,
filtrava fra uno e l’altro una luce livida
e l’estraneità diventava la natura di quel percorso
e lei era sempre più piccola, piccolissima.
Man mano che andava avanti scoprì la fonte delle sue ombre
che diventavano sempre più grandi,
così grandi
per festeggiare un solstizio di sole
la luce la inseguiva e si meravigliava
ed era sempre più sola
ma senza paura
i fruscii erano sempre più forti,
di foglie, di vento, di anime custodi, di abitanti nascosti
e poi il suono del freddo e i suoi passi come in un imbuto,
i fruscii accarezzavano la pelle
i brividi salivano piano piano
e nel terrifico trovava la sua natura
le ombre immaginate divennero amiche
venivano dagli alberi suoi avi,
e mentre compiva il percorso non era più sola
l’accompagnava la sua voce, da dietro, sin nei piedi
l’alchimia era l’unione e i suoi passi il ricordo,
la luce era di luna e polvere e freddo l’abbracciavano,
percorreva lo spazio del suo silenzio e non era sola
ma piccolissima
così piccola che solo l’accoglienza poteva trovarla.
Prima di quel percorso sentiva di sé e del passato che non c’era
ora aveva una strada e una mappa,
e poi aveva tappe e avventure,
di colore si trattava
e di altri da lei, stretti a lei.
Era piccolissima,
nel fruscio delle sue scarpe,
nell’odore del freddo,
nel suono del vento,
nell’ombra di cavalieri e fantasmi
e poi, fatto un grande respiro, proseguì
il battito forte del cuore l’accompagnava
il silenzio dell’inverno l’accoglieva
lei era la luce più lunga,
polvere di luna e strane muffe mescolate in una prima pozione
forse dentro un bosco avviene così.
Ora ripercorreva il cammino
e la luce degli alberi le era nota
ci si può sentire tanto bene nell’estraneità?
piccolissima,
e nel buio sola continuava il percorso,
libera da domande.
C’erano facce che sghignazzavano dietro le foglie
ombre e piccole risate al sapore di muschio, folletti,
uno le spiegò dove stava andando
e arancione divenne nella gioia della luce.